Per mestiere… un artista

Per mestiere… un artista

“Per mestiere… un artista… “, scrive il grande Màrai.
Un artista con la sua ricerca, la sua arte, appunto, il suo sentire, il suo esprimere ciò che avverte dentro, l’incontrollabile necessità di condividere tutto questo con gli altri, contribuendo a far si che essi si convertano alla gioia ed abbandonino la solitudine.
Questo fa Giorgio Gost attraverso la sua pittura, o almeno gli si riconosca il merito di tentare di farlo.
Egli ha un pensiero prepotente, dunque, una personale esigenza: quella di dipingere.
E allora si pianta innanzi alla “sua” tela con “quell’espressione un po’ così” – cantava tanto tempo fa qualcuno – tipica dell’emiliano-romagnolo, ovvero sorridente pur tuttavia consapevole dell’impegno cui si sta apprestando, allo stesso modo di come fa uno scalatore di fronte alla “sua” vetta, o un pilota che preventivamente studia la “sua” pista.
Tutti loro intensamente concentrati: il primo per sfruttare al meglio il supporto di cui dispone e quindi per esprimere il concetto interiore che vuol rendere visibile agli altri; il secondo per individuare l’appiglio appropriato che gli consenta di avviarsi alla scalata; il terzo per predisporsi ad affrontare la più insidiosa delle curve.
Questo miscuglio di sensazioni, di sicuro, avverte Giorgio Gost, allorquando si appresta ad utilizzare i suoi colori, e questo desidera condividere.
Ma senza essere invadente.
Non è certo quello che può definirsi un buon mercante di sé stesso.
Dipinge, lascia il quadro che ha realizzato in un angolo e quindi si ritrae, defilandosi per non dover correre il rischio di sentirsi dire che è bravo.
Più che bravo, direi meglio, per non trovarsi a dover ascoltare che è riuscito a trasmettere emozioni; perché lui stesso si emozionerebbe, fin quasi a desiderare di trovarsi in quel momento altrove.
Eppure è così, che gli piaccia o no.
Giorgio Gost è un artista, dipinge, è bravo, appassiona, emoziona e, suo malgrado, ci si dovrà abituare e farsene una ragione!
Questo volume, per coloro che non lo conoscono ancora, è un utile mezzo per poterne apprezzare l’arte.
Per quanti, invece, lo hanno già incontrato, esso rappresenta l’opportunità di approfondire la lettura delle sue opere.
Per intanto, siccome la ricerca di un artista non dovrebbe cessar mai, e di certo non sarà Giorgio a venir meno a questo auspicio, che gli uni e gli altri restino in attesa del prossimo quadro che egli dipingerà.

Magi, 2009